Reggio Calabria: il dottore Domenico Tromba fornisce alcuni dati preziosi sulle ultime novità in riferimento ad alcune patologie ormai piuttosto diffuse fra la popolazione

Il dr Domenico Tromba, endocrinologo reggino, responsabile del Servizio di Endocrinologia presso la Casa della salute di Siderno ASP 5 e consigliere Ordine dei Medici di Reggio Calabria, fornisce alcuni dati preziosi sulle ultime novità in riferimento ad alcune patologie ormai piuttosto diffuse fra la popolazione, con la Calabria e la città dello Stretto che non fanno eccezione.

Il noto endocrinologo reggino, infatti, sottolinea come in Calabria sono 6mila i casi di celiachia diagnosticati con un incremento costante e prevalenza nel sesso femminile. Inoltre, prossimamente, saranno anche disponibili i dati sulla correlazione tra endocrinopatie e patologia celiaca.

«La celiachia – spiega il dr Tromba – è una delle patologie autoimmuni che sta avendo maggiore aumento in questi ultimi anni la malattia celiaca è di origine genetica e viene definita nefropatia glutine-sensibile perché porta l’intestino a reagire in maniera anomala nei confronti del glutine. La malattia rende difficile per il corpo assorbire correttamente le sostanze nutritive dagli alimenti e se non curata aumenta più del doppio il rischio di contrarre tumore dello stomaco. Questa malattia che negli ultimi 25 anni ha registrato un aumento a livello mondiale di circa 5 volte è spesso associata a patologie autoimmuni, come la dermatite erpetiforme, la gastrite autoimmune, il diabete di tipo 1 e ancora la tiroidite autoimmune e il Morbo di Basedow.

In generale si stima che un paziente affetto da celiachia sia tre volte più soggetto a soffrire di affezioni a carico della tiroide. Va sottolineato, inoltre, come l’associazione tra morbo celiaco e tireopatie autoimmuni sia consequenziale; ciò significa che le malattie autoimmuni della tiroide possono essere diagnosticate sia prima che in tempi successivi rispetto al riscontro della malattia celiaca. Considerato il legame tra le due malattie, è valido anche il discorso contrario, ovvero l’aumentato rischio di celiachia nei pazienti affetti da tiroidite autoimmuni rispetto alla popolazione generale. Alcuni studi hanno osservato come la prevalenza di malattia tiroidea autoimmune nella popolazione celiaca sia proporzionale alla durata di esposizione al glutine; in altre parole, tanto più tardiva è la diagnosi e tanto maggiore è il rischio che il morbo celiaco sia associato a disturbi autoimmuni della tiroide».

«Mentre per la celiachia si deve rispettare una rigorosa dieta per non peggiorare lo stato dei villi intestinali – puntualizza ancora il dr. Domenico Tromba – per le malattie della tiroide si interviene di solito con farmaci specifici a base di levotiroxina. Il problema è che spesso i villi intestinali, venendo danneggiati, determinano una difficoltà ad assorbire i medicinali necessari, diminuendone l’efficacia: la novità sta nelle nuove formulazione liquide che facilitano l’assorbimento degli ormoni. Nei soggetti celiaci è necessario monitorare periodicamente la funzionalità tiroidea e in caso di innalzamento del TSH, valutare il titolo anticorpale. Altra patologia endocrina che, spesso, si associa alla celiachia è il diabete di tipo 1. In questo caso si è visto come la probabilità di sviluppare la celiachia, aumenta con la durata del diabete. È prassi ormai consolidata valutare la sierologia per la celiachia all’esordio del diabete insulino-dipendente e in caso di negatività, annualmente».

Per il noto specialista reggino «malattia celiaca e malattie endocrine condividono fattori patogenetici che si combinano e complicano tra loro, risolvendo i quali è possibile ottenere la guarigione da più morbilità allo stesso tempo. La consapevolezza di tali associazioni suggerisce la necessità di approfondire la presenza, anche in mancanza di sintomi e segni conclamati».

«Oggi – conclude – essendo la celiachia, l’intolleranza alimentare più frequente (colpisce l’1% della popolazione mondiale e si calcola che il numero teorico dei celiaci oggi in Italia si aggiri intorno a 600.000) risulta importantissimo andare alla ricerca di una patologia tiroidea nei celiaci e viceversa. Quindi “sì” alla dieta e “si” al trattamento ormonale».

 

 

Fonte: www.strettoweb.com