È causa di mal di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza, dolori muscolari e molti altri problemi a cui, spesso, non si sa dare spiegazione: stiamo parlando di sensibilità al glutine non celiaca, un disturbo ormai accertato a livello scienti­fico, fortemente correlato ai regimi alimentari. Oggi, infatti, la “battaglia” contro il glutine non si gioca più solo nel campo della celiachia, ma la sfi­da più interessante riguarda proprio la “condizione di sensibilità al glutine” che sembra interessare una popolazione largamente superiore a quella dei potenziali celiaci e allergici al grano. A differenza, però, della celiachia e dell’allergia al grano, sembra essere transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione gluten free.

Proprio per fare chiarezza su questa condizione, in occasione del lancio della terza Settimana di Informazione sulle intolleranze al glutine (in programma dal 20 al 23 maggio), presso la Gluten Free Home di Milano, tre dei principali Opinion Leader italiani nel campo della celiachia e dei disordini glutine-correlati, la nutrition coach Letizia Saturni, il pediatra gastroenterologo Carlo Catassi e Luca Ellispecialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, membri del board scientifico di Dr. Schär Institute, hanno risposto a tutti i principali dubbi sulla sensibilità al glutine, raccontando come, oggi, è possibile vivere gluten free, in modo sicuro, senza rinunciare al gusto e al piacere della convivialità.

Sensibilità al glutine vs celiachia, le differenze sono sostanziali!

La sensibilità al glutine non celiaca è una condizione relativamente “nuova”, essendo stata inquadrata solo pochi anni fa sulla base di un numero sempre crescente di pazienti che, pur non essendo celiaci, presentavano manifestazioni intestinali ed extra intestinali verosimilmente scatenate dal glutine, dopo il consumo di alimenti quali pane, pizza e pasta. A differenza, invece, della celiachia che è una ben nota alterazione del piccolo intestino, che interferisce con l`assorbimento dei diversi nutrienti.

«Nello specifico, – spiega il dott. Luca Elli, responsabile del centro per prevenzione e diagnosi della celiachia al Policlinico di Milano e membro del comitato scientifico del Dr. Schär Institute – la celiachia è una patologia autoimmune che coinvolge prevalentemente l’intestino.Certamente, perché il glutine, una volta ingerito, danneggi attraverso un meccanismo immunologico la mucosa intestinale, occorre che il soggetto sia predisposto geneticamente. Fattori genetici e fattori ambientali, quindi, concorrono nel determinare tale situazione patologica. La sensibilità al glutine non celiaca è caratterizzata da sintomi prevalentemente gastrointestinali (gonfiore, meteorismo, alterazioni dell`alvo), solitamente di entità moderata in assenza di una atrofia del piccolo intestino».

 

Il glutine, ovvero la proteina che si trova nel grano e nei suoi derivati, è uno dei più diffusi e abbondanti componenti della dieta per molte popolazioni, in particolare per quelle di origine europea e nello stile alimentare occidentale in generale. Alcune frazioni proteiche del glutine sono scarsamente digerite nello stomaco umano e giungono a contatto con la parete intestinale ancora intatte e sembrano essere in grado di scatenare reazioni avverse di varia natura sia gastrointestinali che extraintestinali come ipostenia, cefalea, parestesie, formicolii, dolori articolari, rush cutanei o anche anemia da carenza di ferro. A differenza del celiaco, però, chi soffre di sensibilità al glutine non celiaca, pur avvertendo i sintomi correlati alla ingestione di glutine non presenta rilevanti lesione intestinali e non manifesta nemmeno la reazione allergica al frumento come, invece, avviene per chi è affetto da allergia al grano.

Un’ulteriore differenza tra le due condizioni riguarda, inoltre, la diagnosi. «In attesa di criteri diagnostici ancora più stringenti – conclude Luca Elli – oggi, la diagnosi di sensibilità al glutine resta una diagnosi di esclusione, caratterizzata dalla negatività dei test per l’allergia al grano e per la celiachia, mentre l’alleato più prezioso è, di sicuro, un’alimentazione senza glutine».

La sensibilità al glutine è una condizione soprattutto “rosa”

Come la celiachia, anche la sensibilità al glutine è una condizione patologica che sembra interessare, prevalentemente, il sesso femminile. «Ad esserne colpite sono soprattutto le donne tra i 25 e i 45 anni – dichiara la dott.ssa Letizia Saturni, specialista in scienze dell’Alimentazione e esperta di celiachia e di disordini glutine-correlati – proprio perché il loro background genetico predispone maggiormente l’insorgenza di questi sintomi. Sempre parlando di donne, va sottolineato come i sintomi delle intolleranze al glutine possano manifestarsi e/o aggravarsi durante una gravidanza e dopo la nascita del bambino, in caso di malattie e infezioni, o a causa dello stress e di operazioni chirurgiche».

 

Che la sensibilità al glutine sia un problema marcatamente femminile si evince, poi, anche da uno dei principali risultati dello studio “Non-Celiac Gluten Sensitivity: The New Frontier of Gluten Related Disorders” di recente pubblicazione sulla rivista Nutrients, ovvero una sua stretta relazione con la Sindrome dell`Intestino Irritabile (IBS). Proprio come questa condizione, la sensibilità al glutine non celiaca è un problema “multisintomatico” che, nonostante l’elevata numerosità dei sintomi legati all`ingestione di alimenti con glutine, ancora troppo spesso viene diagnosticata erroneamente. «In caso di sensibilità al glutine – specifica Letizia Saturni – la dieta gluten free è risolutiva, ma va adottata con attenzione e su consiglio del medico solo dopo la diagnosi. Se correttamente bilanciata, è sicuramente sostenibile, senza particolari rinunce, sia grazie alla grande disponibilità in commercio di prodotti sostitutivi, sia grazie a un’ampia gamma di alimenti freschi naturalmente privi di glutine. Ciò che può fare la differenza è la durata della terapia: la dieta gluten-free, infatti, può essere seguita anche per un periodo limitato, fino alla progressiva reintroduzione del glutine, ma va adottata con impegno, e solo su consiglio medico, dopo la diagnosi».

 

Dieta gluten free sì, dunque, in caso di sensibilità al glutine e solo dopo parere medico positivo, anche se, oggi, soprattutto donne e ragazze, su imitazione delle celebrities, escludono autonomamente il glutine dalla propria dieta, affermando di sentirsi meglio, o persino di riuscire a perdere peso, quando, però, in realtà sono vittime di una suggestione globale e, purtroppo, contagiosa. «Attenzione – conclude la dott.ssa Saturni – a non cadere nella trappola delle autodiagnosi o, peggio, alla moda dell’alimentazione gluten free in chiave dietetica, alla stregua di molte VIP internazionali e di casa nostra! Non solo non c’è una correlazione diretta fra un`alimentazione senza glutine e la perdita di peso, ma prima di adottare una dieta gluten free è sempre corretto rivolgersi ad un medico per ottenere un consulto in grado di valutare e confermare una delle forme di intolleranze al glutine».

La terza settimana di informazione sulle intolleranze al glutine

Sulla scorta del successo dell’edizione 2013, dal 19 al 23 maggio, si svolgerà la terza settimana nazionale dedicata all’informazione sui disordini glutine correlati ed in particolare su celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e IBS che, quest’anno, è promossa da AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri), ADI (Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione Clinica) ed il Dr. Schär Institute con il grant incondizionato di DS – gluten free.

«Siamo particolarmente orgogliosi – dichiara il prof. Carlo Catassi, docente di Gastroenterologia Pediatrica all’Università Politecnica delle Marche e coordinatore del Board scientifico di Dr. Schär Institute – di attivare anche quest’anno il servizio “L’esperto risponde”, con oltre 90 specialisti gastroenterologi e dietologi che risponderanno a tutti i dubbi e i quesiti della popolazione italiana sul senza glutine».

A partire dai primi di maggio, compilando un semplice form su www.megliosenzaglutine.it, sarà, infatti, possibile prenotare un consulto telefonico gratuito con uno degli esperti afferenti all’iniziativa,  da martedì 20 a venerdì 23 maggio, dalle ore 9.00 alle 18.00. Sempre a disposizione del pubblico è anche il sito www.megliosenzaglutine.it interamente dedicato alla settimana di informazione sulle intolleranze al glutine: celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e sindrome dell’intestino irritabile, un insieme di patologie che si stima, riguardino nel complesso un numero elevatissimo di soggetti, per la maggior parte ancora inconsapevoli di soffrire di questi disturbi.

La celiachia che fa sì che le proteine complesse del grano, dell’orzo o della segale provochino un attacco all’intestino tenue da parte del sistema immunitario è una patologia in continua espansione a livello mondiale e raggiunge oggi un’incidenza tra lo 0,6% e l’1% della popolazione. Tuttavia a fronte di quest’espansione la celiachia è e rimane a tutt’oggi sotto-diagnosticata se si pensa che solo il 21% dei celiaci riceve una diagnosi adeguataLa sensibilità al glutine non celiaca è un’entità clinica di recente inquadramento e necessita di una diagnosi di esclusione rispetto alla celiachia e all’allergia al grano. Dati scientifici internazionali suggeriscono come la sensibilità al glutine non celiaca sia un problema emergente di entità non trascurabile. Per le due condizioni cliniche la terapia risolutiva è la dieta senza glutine, rigorosa ed a vita nel caso della celiachia, e temporanea da adottare sotto stretto consiglio del medico nel caso della sensibilità al glutine non celiaca.