La Sensibilità al Glutine Non Celiaca è una sindrome, distinta dalla celiachia, caratterizzata da sintomi intestinali ed extra-intestinali collegati alla reazione dell’organismo ai cibi contenenti glutine. Quali sono i pericoli di un’auto-diagnosi?

Dal punto di vista epidemiologico, si stima che sia più frequente della celiachia e che colpisca soprattutto le donne, rispetto agli uomini. In generale, l’insorgenza dei sintomi appare dopo poche ore o giorni rispetto all’assunzione di glutine.

Sensibilità al glutine non celiaca: come superarla

Quello su cui attualmente non ci sono ancora certezze precise sono, invece, le modalità con cui i pazienti dovrebbero seguire la dieta. Il problema nasce dal fatto che la SGNC può presentarsi in molti casi come una sindrome transitoria, che non rende necessario un regime di dieta senza glutine particolarmente rigido, e sicuramente non a vita come è invece necessario per la celiachia.

Con l’analisi di oltre 26 studi scientifici, che costituiscono le referenze del nuovo documento, trenta tra i maggiori esperti mondiali dei disturbi correlati al glutine hanno potuto redigere un protocollo diagnostico per la conferma della patologia.

“Superata la necessaria esclusione di celiachia ed allergia al grano, si tratta quindi di avviare il paziente con sospetta Sensibilità al Glutine Non Celiaca verso un percorso in grado di testare le sue risposte e confermare la diagnosi

spiega il Dott. Luca Elli, responsabile del Centro per la Prevenzione e la Diagnosi della Malattia Celiachia del Policlinico di Milano, e membro del Dr. Schär Institute, leader mondiale sull’alimentazione senza glutine.

Diagnosi per la Sensibilità al glutine non celiaca

Ma come si può diagnosticare questa forma di malattia? E’ indispensabile affrontare due passaggi:

  • Durante una dieta a base di glutine, è necessario fare un prelievo del sangue per controllare l’eventuale presenza di livelli di anticorpi (anti-transglutaminasi IgA e anti-endomisio);
  • Villi intestinali appiattiti, valutazione che può essere fatta con una gastroscopia

La professoressa Carolina Ciacci, ordinario di Gastroenterologia dell’Universita’ di Salerno, ha voluto sottolineare il pericolo di un auto diagnosi, pratica pericolosa perché effettuata senza competenze specifiche su una materia articolata e non banale. La professoressa porta ad esempio una moda diffusa negli Stati Uniti che vede un incremento preoccupante di questa pratica: in sostanza nel momento in cui il soggetto riferisce che i sintomi tipici della celiachia spariscono (o sono alleviati) grazie a diete senza glutine, il paziente procede con un’auto definizione. Non si tratta di una diagnosi medica ovviamente, e in questi casi si sostiene di essere affetti da una sensibilità al glutine non celiaca.

La dottoressa prosegue dicendo:

Il 40% delle persone colpite da celiachia presentano i classici sintomi gastro-intestinali (diarrea, gonfiore, malassorbimento, perdita di peso, proteine e calcio basso nel sangue, astenia, facile affaticabilita’). Il restante delle persone colpite da celiachia presenta una forma subclinica ”perche’ la sintomatologia, come sintomo riferito e’ molto vaga mentre sono presenti dei segni di laboratorio come l’anemia da carenza di ferro, presente nell’80% di questi soggetti.

 

Fonte: www.piusanipiubelli.it