Il ddl, proposto dal consigliere Zanella e bocciato in IV Commissione il 30 agosto scorso, avrebbe garantito una maggiore sicurezza nell’alimentazione fuori casa per le persone celiache. Aic: “Definito un ‘aggravio burocratico’. Atteggiamento di sottovalutazione del problema”. Zanella: “La salute dei celiaci alla Giunta interessa poco”

TRENTO. “E’ stata un’occasione persa per la nostra salute“. L’Associazione italiana celiachia Trentino commenta così la bocciatura in IV Commissione, nella seduta di martedì 30 agosto, del disegno di legge per garantire una maggiore sicurezza nell’alimentazione fuori casa per le persone celiache, proposto dal consigliere provinciale di Futura, Paolo Zanella. “Ci risulta incomprensibile questa bocciatura”, dichiara Aic.

 

Il ddl, spiega Zanella, prevedeva di “aumentare la sicurezza alimentare negli esercizi di ristorazione, per prevenire la contaminazione da glutine dei cibi, attraverso maggiore formazione degli operatori e grazie a indicazioni precise dal Dipartimento salute sulle norme igieniche preventive. Evidentemente a questa Giunta la salute delle persone celiache (1% della popolazione) interessa assai poco“.

L’unica terapia efficace per la celiachia è una dieta priva di glutine, spiega Aic. “Mentre a casa le persone celiache possono autogestire la preparazione dei cibi, nella frequentazione di bar, ristoranti e alberghi, non sempre si trova quell’attenzione necessaria a scongiurare la contaminazione di alimenti e bevande”.

Il ddl avrebbe perciò rappresentato un’integrazione della legge provinciale in materia di celiachia e “richiedeva qualche ottemperanza in più per quanto riguardo la possibilità di un locale di introdurre una linea senza glutine all’interno del proprio menù – prosegue l’associazione – chiedendo di: inserire all’interno dell’HACCP una parte dedicata alle manovre per le preparazioni senza glutine; un corso di aggiornamento periodico per il personale; una notifica all’azienda Sanitaria di avvio della linea senza glutine”.

 

Durante l’iter di discussione, a fronte dell’impegno di Aic e “di un inizio promettente in prima lettura, pian piano sono emerse sempre maggiori resistenze, non solo da parte dei ristoratori (associazioni di categoria) e degli assessorati competenti, ma anche di Apss. Con la decisione finale la Giunta ha di fatto confermato l’atteggiamento di sottovalutazione del problema che già aveva mostrato in occasione di precedenti incontri avuti in passato con Aic Trentino”.

 

Il “no” della Giunta viene motivato con “aggravio burocratico“: “Prendiamo atto con rammarico che per l’assessore Failoni, gli esercizi di ristorazione in Trentino, ‘con attenzione quasi maniacale’, sarebbero già tutti perfettamente in grado di garantire la sicurezza alimentare per le persone celiache, e che per l’assessora Segnana, che dovrebbe considerare la questione un problema di tutela della salute, chiedere più formazione e protocolli più tutelanti, sarebbe solo un aggravio burocratico“.

 

L’invito di Aic si rivolge ai due assessori, in particolare nella rilettura dei dati forniti dalla stessa associazione, “dai quali si evince che rimane elevato il rischio di mettere in atto procedure non corrette nella preparazione di pietanze senza glutine, a discapito della salute del celiaco, anche per bar, pizzerie e ristoranti che dichiarano di aver avuto in passato una formazione sull’argomento”.

 

Questi dati, che sono stati presentati sia in commissione che negli incontri con gli assessori e con la dirigente del servizio igiene pubblica, “dimostrano chiaramente come il lavoro da fare in materia sia ancora molto – spiega Aic – il ddl chiedeva semplicemente di garantire maggiore formazione agli esercenti e di sostenerli con protocolli di igiene alimentare codificati direttamente dal Dipartimento salute, per semplificare l’operato di quei ristoratori che volessero proporre pietanze prive di glutine”.

 

Un’occasione persa “per la tutela dei diritti e della salute delle persone celiache“. Ma l’Associazione ribadisce la sua disponibilità a lavorare, ancora con più impegno, “per migliorare l’offerta senza glutine e la conoscenza sulle diete speciali nella nostra provincia”.

Fonte: www.ildolomiti.it