Nelle Marche ci sono 16mila malati di celiachia, ma solo 3.000 lo sanno. Un progetto dell’Università Politecnica delle Marche punta sulla diagnosi precoce.
In Italia la malattia, una patologia di natura autoimmunitaria che colpisce primariamente l’intestino, causata dal glutine alimentare nei soggetti geneticamente predisposti, interessa circa l’1% della popolazione ed è in aumento.
Molti casi sfuggono alla diagnosi, generando il cosiddetto ‘iceberg celiaco‘, con il rischio di complicanze tardive (infertilità, osteoporosi, turbe neurologiche o tumori intestinali). Qui si inserisce il progetto dal nome “La celiachia: diagnosi precoce nel bambino in età scolare“, presentato dal professor Carlo Catassi, docente di Clinica Pediatrica, dal rettore di Univpm Sauro Longhi, dal direttore dell’Asl 20 di Verona Maria Giuseppina Bonavina e sostenuto dalla Fondazione Cariverona.
“Il progetto prevede l’arruolamento complessivo di almeno 5000 bambini – ha spiegato Catassi – tra i 5 e i 10 anni, nelle scuole primarie dei due centri partecipanti: Ancona e Verona. Nelle Marche è stato studiato il primo screening al mondo per diagnosticare la celiachia, compiuto 20 anni fa e pubblicato in un’importante rivista scientifica. Quindi oggi c’è bisogno di rifare il punto sulla situazione”. La durata dello studio, che partirà nelle scuole a fine aprile, sarà di almeno 24 mesi e servirà a valutare la frequenza di celiachia nella popolazione, i casi sommersi e a sensibilizzare la popolazione sul problema. “Chi soffre di celiachia soffre tutti i giorni e la sua malattia è legata a una delle esperienze più sociali e discusse dei nostri tempi: l’alimentazione”, ha detto Bonavina.
Fonte: ANSA
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