Quando parliamo di malassorbimento intendiamo un’alterazione della digestione dei cibi, questa condizione è tipica di numerose patologie gastrointestinali, come ad esempio la celiachia, l’intolleranza al lattosio o la sensibilità al glutine (Gluten Sensitivity). Tra le principali cause che portano al malassorbimento dei nutrienti, vi è una condizione chiamata leaky gut che tradotto significa: sindrome dell’intestino che perde.

Leaky Gut, la sindrome dell’intestino che perde

Questa condizione, per molti sconosciuta, si viene a verificare quando le proteine (dette giunzioni serrate) che legano tra loro le cellule del lume intestinale (enterociti) e vanno a formare una parete impermeabile, si “allentando” e lasciano passare nel circolo sanguigno cibo non digerito, microrganismo e tossine.

L’intestino quindi diventa “permeabile” lasciando passare nel sangue ciò che invece dovrebbe essere trattenuto all’interno del tratto digerente, digerito e poi eliminato.

Che cosa provoca la sindrome dell’intestino che perde?

Una cattiva alimentazione ricca in grassi e zuccheri semplici, la presenza di patologie gastrointestinali, l’intolleranza al lattosio, la celiachia o la sensibilità al glutine, possono innescare uno stato infiammatorio di bassa entità a livello intestinale, che protratto nel tempo diventa cronico e va ad alterare la parete intestinale inducendo insieme ad una disbiosi (alterazione della flora batterica), la sindrome dell’intestino permeabile o gocciolante.

Le principali indicazioni dietetiche, che mi sento di consigliare, per il trattamento della sindrome dell’intestino che perde, si basano essenzialmente nell’andare a modificare la dieta che deve essere supportata dalla presenza di integratori alimentari specifici.

I protocolli alimentari indicati per limitare l’instaurarsi o l’aggravarsi della sindrome prevedono una forte riduzione del consumo di zuccheri semplici, e la limitazione degli alimenti derivati da farine raffinate, specie quelle contenenti glutine. Banditi i latticini a causa dell’azione pro-infiammatoria della caseina (una proteine del latte), prodotti derivati dalle proteine della soia e i cibi fritti.

Viene incentivato, invece il consumo di cibi ricchi in collagene e i suoi precursori, come ad esempio il brodo di carne. Assolutamente sì al latte fermentato come il Kefir, ai semi e alla frutta secca e per quanto riguarda l’assunzione di verdure bisogna valutare la tolleranza individuale verso la fibra.

Dal punto di vista dell’integrazione, è stato evidenziato che la glutammina è capace di andare a migliorare le funzioni della barriera intestinale e della risposta immunitaria e gli integratori di collagene ne vanno a stimolare la sintesi.