La sensibilità al glutine non celiaca esiste, lo sa il 77% dei gastroenterologi
Secondo uno studio italiano dal titolo “Management of Non Celiac Gluten Sensitivity by Gastroenterology Specialists: Data from an Italian survey”, pubblicato su BioMed Research International, l’esistenza della Sensibilità al Glutine non Celiaca é conosciuta da oltre il 70% dei gastroenterologi italiani e il 77% la ritiene una condizione clinica degna di attenzione. Lo studio tende a valutare il grado di conoscenza della patologia da parte degli specialisti e di come vengano approcciati i disturbi relativi.
La Sensibilità al Glutine non Celiaca infatti è relativamente recente ma è diventata in questi anni argomento di forte discussione e di grande interesse per la comunità scientifica internazionale. I dati sono stati raccolti nel 2014 dai ricercatori italiani su un campione di oltre 200 gastroenterologi del nostro Paese.
“La comunità scientifica italiana ormai non ha più dubbi sull’esistenza della Sensibilità al glutine Non Celiaca. I risultati di questa indagine infatti dimostrano un buon grado di consapevolezza da parte dei gastroenterologi italiani della rilevanza della sensibilità al glutine non celiachia come entità clinica. Oltre a questo è importante notare come il 62% degli specialisti riferisca di effettuare in 12 mesi da 1 a 10 nuove diagnosi e di prescrivere correttamente a questi pazienti una dieta aglutinata” dice Luca Elli, responsabile del Centro per la Prevenzione e Diagnosi della Malattia Celiaca del Policlinico di Milano.
Il dato più interessante ma, purtroppo, preoccupante è che la patologia è in aumento; il 73% degli specialisti intervistati ha notato un aumento dei sintomi intestinali e extra-intestinali coerenti con la sensibilità al glutine non celiaca riferiti dai propri pazienti, traducendosi in un aumento di diagnosi sia di Sensibilità al Glutine non Celiaca che per via indiretta di celiachia, data la necessità di escludere la patologia.