La patologia, per la quale è necessario evitare il consumo di glutine, è oggi maggiormente monitorata grazie alla consapevolezza degli individui e alla competenza degli operatori sanitari
In Italia il numero di celiaci ha raggiunto i 225.418 soggetti con più di 11.000 diagnosi effettuate, come conferma il Ministero della Salute nell’ultima relazione presentata al Parlamento.
La celiachia è, di fatto, una patologia cronica autoimmune permanente dell’intestino, che si scatena in seguito al consumo di alimenti contenenti glutine. Il celiaco che assume alimenti, o consuma prodotti che contengono glutine, può avere reazioni anche gravi. Fra i disturbi più frequenti troviamo diarrea, dolori e gonfiori addominali, perdita di peso anche piuttosto consistente, e addirittura rallentamento della crescita nei più piccoli.
La farina senza glutine, indispensabile nell’alimentazione dei celiaci
A provocare la reazione sono i complessi proteici presenti in molti cereali come orzo, segale e frumento, per questo motivo fra i prodotti di punta per i celiaci vanta una posizione di rilievo la farina senza glutine, una proposta interessante per chi non vuole rinunciare a gustare pane, pizza, pasta e dolci.
In commercio sono disponibili varie tipologie di farina, prodotta con cereali naturalmente privi di glutine come il riso, l’avena e il mais o, a scelta, realizzata con grano saraceno, tipica pianta erbacea, legumi fra cui lenticchie e ceci, o frutta secca quali mandorle, cocco e nocciole.
Perché aumentano i casi di celiachia?
Come si deduce dal report del Ministero i casi di celiachia sono in aumento e possiamo attribuire la crescita al maggior stato di consapevolezza delle persone, che prestano attenzione ai sintomi e ne parlano con il loro medico. Nel tempo è cresciuta anche la competenza degli operatori sanitari, che oggi sono in grado di individuare con maggior sollecitudine gli specifici casi.
Il territorio dove si registra una maggior presenza di celiaci è la PA di Trento (0,47%), seguita, a pari merito, da Valle D’Aosta e Toscana (0,46%). In termini assoluti la Regione con più celiaci è la Lombardia che ne conta ben 40.317, seguita a ruota dalla Campania con 22.320, e dal Lazio con 22.157 presenze.
Dai dati raccolti dal Ministero risulta che dei 225.418 celiaci presenti in Italia 158.107 sono femmine e 67.311 maschi.
I prodotti erogabili dallo Stato e i nuovi tetti di spesa
Dal 2017, come si legge nella relazione presentata dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, con la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la celiachia e la dermatite erpetiforme rientrano tra le malattie croniche invalidanti.
“Per i soggetti affetti da tali patologie è previsto il regime di esenzione per le prestazioni sanitarie successive alla diagnosi e un supporto economico all’acquisto degli alimenti senza glutine di base (es. pane, pasta, biscotti, pizza, cereali per la prima colazione e alimenti similari) – spiega il ministro -. Il contributo economico mensile, è diverso a seconda dell’età e del sesso del soggetto, perché tiene conto dei corrispondenti fabbisogni energetici.
Una volta ottenuta la diagnosi, il celiaco deve seguire per tutta la vita una dieta senza glutine, varia ed equilibrata, con un apporto energetico giornaliero da carboidrati almeno del 55%. Tale apporto deve provenire per il 20% da alimenti naturalmente senza glutine e per il restante 35% da alimenti senza glutine specificamente formulati”.