Comunicato stampa AiC
Confermato il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti, seppur con una riduzione media dei tetti di spesa del 19%. Diventa prioritario rendere i buoni digitali, per consentire ai celiaci di approvvigionarsi dei prodotti a miglior prezzo e sopportare la riduzione dei tetti di spesa.
Roma, 21 marzo 2018 – L’assistenza ai celiaci tiene, nonostante i tagli alla Sanità pubblica, e si conferma il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine con una riduzione media del 19% del tetto di spesa. Questa mattina è atteso il parere della Conferenza Stato Regioni, a cui seguirà l’approvazione definitiva della disposizione.
Ad assicurare che la modifica dei tetti di spesa venisse fatta in maniera razionale e non arbitraria, è stata l’Associazione Italiana Celiachia (AIC), che ha collaborato con il Ministero della Salute perché con i tagli non venisse meno la garanzia della copertura del 35% dell’apporto calorico giornaliero dei carboidrati privi di glutine, nel rispetto dei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia (LARN) che definiscono il fabbisogno energetico della popolazione, secondo quanto stabilito dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Vengono, inoltre, tutelate le fasce d’età con bisogni particolari: nella primissima infanzia il tetto di spesa cresce del 24% (da 45 a 56 euro) e resta pressoché invariato nella fascia adolescenziale, particolarmente critica per l’accettazione di un regime alimentare speciale.
A rendere necessaria la revisione dell’assistenza ai celiaci, vi è un contesto in forte evoluzione, sul piano nazionale e internazionale. La normativa europea, che ha abolito dal 2013 i prodotti dietetici (oggi considerati in Europa di uso corrente) e il calo – dal 2006 a oggi – dei prezzi dei prodotti senza glutine del 7% nelle farmacie e fino al 33% nei supermercati, sono due fattori determinanti, a cui si aggiunge un terzo fattore che è l’aumento del 10% annuo dei celiaci, ad oggi più di 198.000. Il risparmio stimato per la Sanità pubblica è di oltre 30 milioni di euro e garantisce la sostenibilità della spesa per l’assistenza ai celiaci oggi e negli anni a venire.
«I tempi sono maturi per fare un altro importante passo, che ormai non è più possibile rinviare: rendere digitali i buoni – commenta Paola Fagioli, presidente di AIC Lazio – È quanto abbiamo chiesto con insistenza in questi anni all’interno del Tavolo Tecnico sulla Celiachia della Regione Lazio di cui siamo parte, e che abbiamo inserito come precondizione dell’abbassamento dei tetti di spesa, nel parere che ci è stato richiesto dalla Regione sul decreto ministeriale in corso di approvazione».
La Federazione AIC propone, infatti, un nuovo modello organizzativo che combina fra loro tre elementi fondamentali: il libero accesso ai diversi canali distributivi degli alimenti senza glutine, anche per spesa di piccolo importo (farmacia, GDO e negozi specializzati); la circolarità tra le Regioni italiane dell’accesso all’erogazione degli alimenti glutenfree, per i celiaci che per studio, lavoro e occasionali trasferimenti, si trovino fuori dalla residenza abituale; e la dematerializzazione dei buoni, cioè la sostituzione dei buoni cartacei, con un sistema digitale che utilizzi la tessera sanitaria oppure altro presidio di pari scopo.
Il modello consente una significativa riduzione degli sprechi, una minore spesa complessiva, una rendicontazione in tempo reale e trasparente, nonché una riduzione dei costi di carta, attività burocratiche e personale. In sostanza, un complessivo risparmio della spesa pubblica per l’assistenza alla celiachia. Il tutto, migliorando il servizio ai celiaci.
Attualmente, nel Lazio l’erogazione della terapia per la celiachia avviene attraverso buoni cartacei – in forma di ricetta rossa o in bianco e nero – consegnati ai pazienti ogni anno dalla ASL di pertinenza, e che questi utilizzano per ritirare gli alimenti essenziali alla loro dieta, specificamente quelli inseriti nel Registro Nazionale, periodicamente aggiornato dal Ministero della Salute. Il buono viene consegnato all’esercizio e deve essere speso interamente in una unica soluzione e nello stesso esercizio. Il negoziante, farmacista o cassiere preleva la fustella da ciascun prodotto acquistabile con il buono e questo genera una lunga attesa, che scoraggia molto i negozi e la GDO. Alcune regioni hanno già fatto questo passaggio e il vantaggio che hanno acquisito è verificabile.
«Abbiamo prodotto e fornito alla Regione Lazio delle schede sintetiche che descrivono il funzionamento del sistema nelle regioni che hanno provveduto alla dematerializzazione dei buoni, a cui è possibile far riferimento e richiedere l’utilizzo gratuito del software di gestione – continua Paola Fagioli – Infatti, la normativa nazionale prevede per le Amministrazioni locali la pratica del “Riuso”, così come riportato nel sito dell’Agenzia delle Entrate, che implica “la possibilità per una pubblica amministrazione di riutilizzare gratuitamente programmi informatici, o parti di essi, sviluppati per conto e a spese di un’altra amministrazione, adattandoli alle proprie esigenze”. Detto questo in rappresentanza dei celiaci del Lazio non possiamo accettare la riduzione dei tetti di spesa senza avere prima a disposizione la ricetta digitale ».
Tabella riassuntiva nuovi tetti di spesa
NUOVI TETTI DI SPESA MENSILI | ||
Maschi | Femmine | FASCE DI ETA’ |
56 € | 56 € | 6 mesi – 5 anni |
70 € | 70 € | 6 – 9 anni |
100 € | 90 € | 10 -13 anni |
124 € | 99 € | 14 – 17 anni |
110 € | 90 € | 18 – 59 anni |
89 € | 75 € | > 60 anni |
I tetti di spesa sono il prodotto del costo a caloria della dieta senza glutine e sono fissati in base all’età, al genere e ai relativi fabbisogni calorici. Nelle fasce di età 6 mesi-5 anni e 6-9 anni, il
tetto sale a 56 e 70 euro, rispettivamente per bambine e bambini. Dai 10 ai 13 anni il tetto sale a 100 euro per i maschi e 90 euro per le femmine. Dai 14 ai 17 anni diventa 124 euro per i maschi e 99 euro per le femmine per poi scendere nella fascia 18-59 anni a 110 euro per i primi e 90 per le seconde. Negli over 60 il limite massimo di spesa mensile scende a 89 euro per i maschi e 75 euro per le femmine.
Le forme di assistenza in Europa
L’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine resta una “eccellenza” tra le forme di assistenza del panorama internazionale: in Europa ci sono paesi che non prevedono alcun sostegno alla terapia (Spagna e Irlanda), altri che garantiscono pochi alimenti essenziali (10Kg/mese di farina in Croazia, 5kg/mese di farina in Serbia), altri ancora riconoscono un sostegno economico (23€/mese in Finlandia, 46€ in Francia, 38€ in Belgio, più elevato in Danimarca e Norvegia) oppure consentono di detrarre dalle imposte parte dei costi sostenuti (ad esempio Russia, Germania, Olanda e Portogallo) oppure prevedono il pagamento di un ticket per la terapia dei celiaci (UK).