Glutine sì o glutine no?
L’argomento è finito prepotentemente alla ribalta delle cronache in questi ultimi anni. La pubblicità ci suggerisce di scegliere i prodotti senza glutine, «più salutari» (ma anche più cari), i programmi d’inchiesta ci dicono il contrario.
Il fatto certo: le aziende – nel frattempo a migliaia – che sfornano ogni genere di alimento privo di glutine fanno affari d’oro. Un numero? Solo negli Usa sono oramai più di 20 milioni le persone che dicono che mangiare glutine provoca loro disturbi. Non basta: altri 100 milioni affermano che stanno cercando di eliminare i prodotti contenenti glutine dalla lista della spesa.
Una moda vera e propria che si sta diffondendo pure nel Vecchio Continente, Italia inclusa.
La domanda resta: il glutine fa male? La risposta è semplice, e di buonsenso: se avete la celiachia sì, fa male; se no, non c’è un motivo scientificamente valido per non mangiare quei cibi che lo contengono.
Ma che mondo sarebbe se sparisse del tutto il glutine dalle nostre tavole, ossia la sostanza che rende il pane soffice e impedisce, ad esempio, alla pasta di diventare collosa? Se, tra le altre cose, non ci fossero più i dolci, la pizza, la birra, i panini, il grano e gli altri cereali?
Ha provato ad immaginarlo un blogger francese che, attraverso dipinti famosi, manifesti pubblicitari, foto iconiche, scene di film e cartoni animati, ha tolto grazie a Photoshop tutti quegli alimenti che contengono glutine. La raccolta è diventata un ironico tumblr intitolato Gluten Free Museum
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(a cura di Elmar Burchia; foto: glutenimage.tumblr.com/)
Fonte: cucina.corriere.it