Il ministero della Salute sul proprio sito punta i riflettori sul nuovo protocollo di diagnosi e follow up per la celiachia definito grazie a un Accordo tra Stato e Regioni e pubblicato nella GU n.191 del 19 agosto. Sono più di 170mila i celiaci in Italia, ma più di 400mila casi non sono stati diagnosticati
Nel 2014 in Italia sono più di 170mila celiaci diagnosticati con un rend in continua crescita. Numeri sicuramente sottostimati la celiachia spesso si associa a patologie autoimmuni, come il diabete e le tiroiditi, e non sempre viene diagnosticata tempestivamente perché spesso si presenta con sintomatologia sfumata a carico di sistemi ed apparati diversi da quello gastro-intestinale. E così risultano ancora non diagnosticati più di 400mila celiaci.
Alla luce di questo scenario il Ministero della Salute, d’intesa con le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano, ha approvato a luglio scorso un accordo sulla “diagnosi e il follow-up della celiachia e sulla prevenzione delle complicanze” con l’obiettivo di aggiornare il documento di inquadramento per la diagnosi e il monitoraggio della celiachia, elaborando un protocollo diagnostico più efficace che tenga conto delle novità diagnostiche e scientifiche. Un provvedimento, pubblicato nella GU n.191 del 19 agosto 2015, rilanciato sul sito del ministero della Salute.
Dall’implementazione del nuovo protocollo ci si aspetta infatti una ricaduta positiva in termini di appropriatezza, con un maggior numero di diagnosi precoci e minor numero di diagnosi errate, con un notevole risparmio in termini di sofferenza, cure inappropriate e ospedalizzazioni per i pazienti non diagnosticati o diagnosticati tardivamente.
Il nuovo algoritmo comprende uno screening iniziale con test sierologici, seguito da una biopsia intestinale di conferma in tutti gli adulti mentre per la fascia pediatrica la novità è la possibilità di porre diagnosi di celiachia senza ricorrere alla biopsia intestinale, a certe condizioni (presenza di sintomi o segni clinici riconducibili alla celiachia, positività della anticorpi antitransglutaminasi oltre dieci volte il limite superiore della norma e degli anticorpi anti endomisio, riscontro dei geni predisponenti HLA DQ2 e/o DQ8 e risposta favorevole alla dieta senza glutine).
Fonte: www.quotidianosanita.it