La nostra è l’era della tecnologia, dell’avanguardia elettronica, della comunicazione globale e digitale. Ma è anche l’era dei cambiamenti atmosferici e ambientali con un conseguente innalzamento del numero di allergie.
Accade sempre più spesso di diventare allergici a sostanze o intolleranti agli alimenti.
Se in generale il riassetto atmosferico e l’inquinamento sono le principali cause per tutti, le donne hanno un ulteriore potenziale fattore di stravolgimento immunologico: la gravidanza.
Durante i nove mesi di gestazione il corpo subisce variazioni ormonali molto forti, che alla fine della gestazione possono lasciare cause, come allergie (asma, riniti) o intolleranze alimentari.
Una delle principali allergie a livello alimentare a cui una donna può andare incontro è la celiachia. Celiaci non si nasce, ma si diventa nel corso della vita, più o meno tardi e la gravidanza è un momento a rischio. È una patologia autoimmune, che richiede una dieta specifica priva di glutine. Le principali cause sono, oltre a una predisposizione genetica, anche i fattori ambientali di cui si parlava.
Una diagnosi precoce e un consulto dal medico sono i primi passi da compiere. Ma quali sono i segnali da cui ci si può accorgere che qualcosa sta cambiando? In primis, da sintomi quali diarrea e dolori addominali, carenza di ferro e vitamina D, valori alterati di emoglobina, ma non solo. Anche un generale senso di spossatezza fisica e stanchezza psicologica possono essere campanelli di allarme.
In questi casi, la prima cosa da fare è un prelievo del sangue per ricercare gli anticorpi antitransglutaminasi. Nel caso di esito positivo, bisogna procedere con una biopsia intestinale. Se i villi intestinali risultano atrofizzati, la diagnosi di celiachia è praticamente certa. A questo punto, insieme al proprio medico, verrà stilata una dieta specifica.
Come spiega il dottor Umberto Volta, esperto di celiachia e patologie da glutine all’Università di Bologna: “nel caso delle neomamme, individuare tempestivamente questa patologia è importante anche in vista di nuove gravidanze: sappiamo infatti che una celiachia non riconosciuta può essere causa di infertilità, e aumenta il rischio di aborto spontaneo nel primo trimestre, di parto pretermine e basso peso alla nascita”.