Storia e curiosità dei prelibati germogli dalla particolare forma fallica…

Questi prelibati germogli, verdi, bianchi o violetti, protagonisti delle nostre tavole primaverili, sembrano essere originari dell’Asia, dove erano conosciuti e apprezzati per il loro sapore e ritenuti proibiti per la loro forma fallica.

Dall’Egitto si diffusero nel bacino del Mediterraneo e in Grecia, dove Teofrasto, un antico studioso della natura, scrisse il primo documento sugli asparagi, parlando di questi strani prodotti afrodisiaci e dall’azione diuretica.

Dalla Grecia giunsero a Roma dove vennero dedicati alla dea della bellezza Venere forse più per l’aspetto che per il sapore, entrando nelle cucine più importanti della Roma imperiale, tanto che ne parleranno ApicioGiovenaleMarziale e Plinio il Vecchio. Considerati indispensabili per aumentare la potenza sessuale viaggeranno nelle scorte dei viveri delle Legioni Romane che ne diffusero la coltivazione in Spagna. Si diffusero poi nel resto dell’Europa e in Francia, dove il Re Sole, grande estimatore, fece erigere un obelisco in onore del giardiniere che li produceva freschi per tutto l’anno. Per non parlare della passione di Napoleone III che mangiava questi germogli prima di ogni incontro amoroso, convito che gli dessero vigore sessuale.

Effettivamente, gli asparagi grazie alla vitamina E e alla B6, stimolano gli ormoni sessuali, l’estrogeno nelle donne e il testosterone negli uomini, aumentando il desiderio sessuale!

Questi ortaggi primaverili sono inoltre ricchi di folati utili per la sintesi dell’emoglobina, di vitamina K necessaria per la robustezza delle ossa e per la normale coagulazione del sangue, di antiossidanti in primis la quercitina, di minerali quali potassio e fosforo in particolare.

E’ però la ricchezza di acqua (il 92%) e la ricchezza di fibra, a rendere gli asparagi noti per la loro funzione diuretica.

Lo sapevi che…

…gli asparagi bianchi sono “nati” in nord Europa durante il Medioevo tra l’Olanda e la Francia poiché a causa del freddo si decise di coprirli? Questo bloccò la fotosintesi e la produzione di clorofilla e ne nacquero degli asparagi bianchi e dolci, proprio come quelli oggi coltivati e diffusi in Veneto.

…il primo studio sull’odore solforoso della pipì risale al 1891? Si capì che il famoso odore è dovuto da metaboliti volatili presenti nel nostro corpo, molecole che contengono zolfo.

…del particolare odore della pipì ne scrisse anche Marcel Proust in maniera molto lusinghiera nella sua famosa opera “Alla ricerca del tempo perduto”? Scrisse “quando, dopo che ne avevo mangiato a pranzo, giocavano per tutta la notte lo scherzo, poetico e grossolano come una fantasmagoria di Shakespeare, di trasformare il mio vaso da notte in una profumiera”!

Idee in tavola

Provateli…

Crudi, tagliati sottili e lasciati a marinare in olio extravergine di oliva e limone! Croccanti e saporiti per dare un tocco diverso alle vostre insalate.

Cotti brevemente al vapore e frullati insieme a un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva, a delle foglie di salvia e a delle scorzette di limone per una salsina da spalmare sulle gallette o per condire la pasta!

 

Autore:

Isabella Vendrame – Psicologa food coach

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