In Italia, come in Europa, la prevalenza è stimata di 1 persona su 100 circa, ma sovente la malattia non presenta sintomi tipici, di conseguenza non è diagnosticata. I celiaci riconosciuti sono in Piemonte circa 9.000, ma se tutti i casi fossero diagnosticati, sarebbero circa 35.000; mentre nella nostra ASL i celiaci riconosciuti sono poco meno di 500.
Una rigorosa dieta senza glutine è l’unica terapia che garantisce al celiaco di poter condurre una vita in salute, priva dei sintomi e delle complicanze tipiche della malattia.
La gestione della dieta non è così semplice in ambiente casalingo e spesso la lettura dell’etichetta e la consultazione del prontuario predisposto da AIC dei prodotti confezionati privi di glutine non sono sufficienti per la tutela della salute nella vita privata.
Altrettanto accade nella vita sociale, a cui il celiaco non può accedere con sicurezza, per scarsa informazione degli esercenti della ristorazione fuori casa.
La legge 4 luglio 2005, n. 123 “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia”, riconosce la celiachia come malattia sociale e dispone che le Regioni favoriscano il normale inserimento dei celiaci nella vita sociale attraverso un accesso sicuro alla ristorazione collettiva; nelle mense delle strutture scolastiche, ospedaliere e nelle mense delle strutture pubbliche devono essere somministrati, su richiesta degli interessati, pasti senza glutine.
In tale ambito, la Regione Piemonte ha approvato, nel 2012, la prosecuzione e l’ampliamento delle attività realizzate tramite i fondi della L. 123/05, “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia“, tra cui è presente il progetto “Formazione e aggiornamento professionale per ristoratori e albergatori sulla celiachia”; infatti nella Regione Piemonte solo gli esercenti che hanno portato a termine con successo il percorso formativo composto da due giornate formative generali più tre incontri di formazione specifica presso i singoli locali possono, previo riconoscimento all’ASL di competenza, pubblicizzarsi come esercenti specializzati nella produzione e somministrazione di alimenti senza glutine.
Tale percorso si rende necessario proprio perché nell’alimentazione del soggetto celiaco non è solo importante la scelta delle materie prime utilizzate ma anche tutto il procedimento utilizzato per la preparazione e la somministrazione del pasto.
Negli ultimi tempi sono numerose le strutture ristorative e alberghiere presenti sul nostro territorio che sponsorizzano la cucina senza glutine senza autorizzazione e senza la minima conoscenza sulle metodiche da mettere in atto per la corretta gestione del “rischio” glutine, per tale motivo l’Asl di Asti si sente in obbligo di informare la popolazione astigiana nonché gli esercenti di attività pubbliche su tali fenomeno invitando a consultare sul portale ASL AT nell’area focus sotto la voce S.O.S. Celiachia l’elenco delle strutture ad oggi autorizzate alla produzione e alla somministrazione di pasti senza glutine.
Infine ricordiamo che tale progetto riprenderà a breve con l’organizzazione di nuovi corsi nel mese di aprile per le strutture che vogliono specializzarsi nella cucina senza glutine; per ulteriori informazioni si prega di contattare l’ufficio S.I.A.N. ASL AT.
I recapiti telefonici sono: 0141/484919-24 Dott. Valle Cristian (dietista), 0141/484927 Dr.ssa Berruti (medico SIAN; refente del progetto) e 0141/484920 (segreteria SIAN).