Una ricerca fiorentina dà un’opportunità terapeutica e tempi di guarigione più brevi a una malattia che può invalidare i rapporti sociali 

FIRENZE — Una nuova terapia contro la dermatite erpetiforme che colpisce i pazienti celiaci è il frutto di una ricerca della equipe medica delle Malattie rare dermatologiche e immunopatologia cutanea dell’ospedale Palagi di Firenze.

 

Un ristretto gruppo di pazienti celiaci, la cui incidenza in Italia è in aumento, sviluppa la dermatite erpetiforme, una malattia che si manifesta con intenso prurito e con eruzioni cutanee polimorfe e sintomatologia gastrointestinale talora asintomatica. Le manifestazioni cutanee quali il forte prurito, bruciore e papule, vescicole e bolle, sono spesso causa di frustrazione nei pazienti che soffrono di questa malattia.

 

Lo studio condotto dal gruppo di ricerca della dottoressa Marzia Caproni, direttore Malattie Rare Dermatologiche e Immunopatologia Cutanea presso il presidio Palagi che è anche Centro di Riferimento Regionale per la dermatite erpetiforme, è stato pubblicato di recente sulla rivista immunologica internazionale, Frontiers in Immunology. E’ stato condotto su una selezione di 20 pazienti in cui la dermatite erpetiforme era stata appena diagnosticata e su un altro gruppo di 20 pazienti celiaci ma senza dermatite erpetiforme. Sono state studiate le cellule della pelle, del sangue e le caratteristiche dell’intestino per individuare le differenze immunologiche fra i due gruppi. A livello cutaneo sono emerse subito differenze evidenti.

 

Si apre un nuovo scenario per i pazienti refrattari o coloro nei quali la malattia si manifesta con gravi esacerbazioni cutanee nel periodo di latenza prima della risposta clinica alla dieta. L’utilizzo di farmaci più efficaci, individuati grazie alle conclusioni a cui è giunto il progetto di ricerca, possono far stare bene da subito questi pazienti nei quali, a differenza dell’intestino, la cute risponde in un tempo maggiore, compromettendo talora le attività quotidiane e i rapporti sociali.

 

“Abbiamo dimostrato – ha detto Caproni – che i pazienti che sviluppano la dermatite erpetiforme hanno delle specificità immunologiche che li rendono più reattivi e producono anticorpi contro la pelle e l’intestino. Anche se la casistica è limitata, lo studio dettagliato di confronto tra cute, intestino e sangue suggerisce nuove possibilità di trattamento e di ricerca”.

 

Lo studio è stato svolto in collaborazione con il professor Francesco Liotta della Immunologia Clinica di Firenze e con il professore Antonio Calabrò referente per il centro di riferimento regionale per la celiachia ed è stato finanziato, secondo graduatoria di merito, con fondi messi a disposizione dalla Fondazione dell’Associazione Italiana Celiachia.

 

Fonte: www.quinewsfirenze.it